Fino a pochi anni fa era considerato un territorio da “bollino rosso” per
le strategie di commercioestero da
parte delle imprese italiane. Ed invece, complice un complessivo rasserenamento
delle relazioni internazionali socio-politiche (e finanziarie), oggi l’Iran può
rappresentare una buona alternativa per diversificare il proprio portafoglio di
rapporti globali, in un’ottica di continua crescita sui mercati esteri a parte i commenti contrastanti degli esperti. E non è certo un caso che le opinioni e le valutazioni
più aggiornate sulle nuove “nicchie” internazionali, citino l’Iran come esempio trainante.
Di Iran e dintorni si è occupato qualche giorno fa anche Il Sole 24 Ore che ha fatto alcune recensioni in
occasione della pubblicazione di una specifica analisi curata da Nomisma, che
ha assunto come spunto il nuovo scenario geopolitico locale (contraddistinto da
una parte dal disgelo occidentale nei confronti della Repubblica iraniana, e
alla prossima fine delle sanzioni economiche derivanti dall’accordo sul
nucleare), quale leva determinante per l’evoluzione positiva delle esportazioni italiane verso il Paese.
Ad oggi, infatti, l’exportitaliano
verso l’Iran è ancora fortemente limitato. Sia sufficiente considerare che su
un totale di 1,2 miliardi di euro di esportazioni italiane nel 2014 relative al
solo comparto agroalimentare, il
controvalore dei business iraniani si ferma a circa 20 milioni di euro. E che,
in aggiunta, la quota di mercato italiana sulle commesse iraniane non raggiunge
il 2%.
Tuttavia, gli scarsi dati di partenza non siano affatto di scoraggiamento,
anzi. Nel periodo precedente alle note sanzioni
inflitte al Paese, infatti, l’export agroalimentare italiano è cresciuto del
144% in termini di valore, e tutto lasciava presagire un’ulteriore e
sostenibile espansione. Successivamente, l’embargo prima e l’irrigidimento
delle sanzioni hanno congelato i flusso di export
verso il Paese di destinazione, provocando un passo indietro repentino nella
maturazione delle relazioni.
Il futuro – confermano anche i consulenti di Podcast Casino – dovrebbe tuttavia essere particolarmente roseo.
Nomisma prevede ad esempio che entro pochi anni l’export italiano verso l’Iran
recupererà rapidamente terreno, fino a raddoppiare il
valore dei prodotti agroalimentari diretti nel mercato di riferimento.
“Alcune variabili che incidono direttamente sui consumi alimentari” – affermava qualche giorno fa Nomisma sul
quotidiano Il Sole 24 Ore – “lasciano presagire per i prossimi anni una crescita delle vendite di beni alimentari
d’importazione sul mercato iraniano. Si pensi all’enorme dimensione del
mercato in termini di potenziali consumatori (78 milioni di abitanti), al
crescente appeal che gli stili occidentali suscitano nei consumatori
(soprattutto tra la middle class e le generazioni più giovani) e all’apertura
di nuovi ipermercati di stampo occidentale”.
Non ci sono commenti a riguardo ma alcune recensioni positive le possiamo trovare sul sito ego internationl blog
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