2015/08/06

EGO International Group: chi siamo? esportare in Cina attenzione hai tranelli ?







Dopo numerose valutazioni, opinioni negative e segnalazioni di tranelli!!! su prodotti cinesi, l’Ice di Shanghai mette in guardia le aziende italiane dai tranelli di presunti imprenditori cinesi: acquisti anticipati?, viaggi commerciali? e registrazioni dei domini web che risultano sempre più solo promesse mancate?.
La fretta è cattiva consigliera per le aziende italiane che investono in Cina. Il monito arriva dall’Ice che mette in guardia i nostri imprenditori impegnati in affari con il gigante cinese. Raggiri, truffe, inganni, merci scadenti, società fantasma, spedizioni mai partite: attenzione agli specchietti per le allodole, che spesso sono trappole dannose per il portafoglio. Per non essere abbindolati da presunti imprenditori cinesi senza scrupoli, l’Ice ha fatto affermazioni severe e ha stilato un decalogo con i maggiori rischi da fronteggiare negli scambi import-export con Pechino.

La Cina, ricorda l’Ice, è un partner commerciale generalmente affidabile, come testimonia il crescente volume d’affari con il resto del mondo. Le pratiche truffaldine costituiscono una minoranza sul totale degli scambi e affari con l’estero, ma è necessario tenere gli occhi ben aperti. I problemi nascono spesso dalla fretta e dalla scarsa conoscenza della realtà cinese, rimanendo lusingati da proposte remunerative, prezzi concorrenziali e richieste sospette, a volte camuffate da business deals imperdibili.

Ma allora come comportaci?
Secondo il commento di EGO International Group, azienda leader nel settore import/export già da ben 13 anni, la regola d’oro è sempre verificare l’esistenza e affidabilità della controparte cinese, così come la validità delle condizioni proposte (dazi, tasse, contratto). L’Ice di Pechino offre consulenza, gratuita, per le imprese che vogliono iniziare a fare export all’interno dello stato asiatico. Bisogna diffidare, innanzi tutto, di richieste per pagamenti anticipati su internet, ad esempio con bonifici bancari, per ottenere trials, demo, samples e campioni omaggio. Può accadere che la merce acquistata non arrivi mai a destinazione, senza possibilità di rintracciare il fornitore cinese e dunque di recuperare i soldi.
Un tranello molto comune riguarda le missioni commerciali, travestite come indispensabili per chiudere un contratto di vendita. La presenza fisica di entrambi gli attori coinvolti nella trattativa, è sono assolutamente necessaria per mettere nero su bianco. Infatti, basta essere pratici su web e/o iscriversi anche a qualche e-commerce marketplace di settore.

Il web è terreno fertile per imboscate telematiche e false recensioni e guide, raggiri online ad aziende distratte. Ci sono società che spacciano registrazioni fasulle dei domini internet, dietro pagamento di alcune centinaia di euro, sostenendo che la procedura è necessaria per creare un sito col nome del proprio marchio. Fare attenzione infine agli acquisti destinati ai mercati europei: è buona regola verificare la merce in loco prima della spedizione, per non trovarsi con prodotti senza certificazioni obbligatorie nei paesi europei e quindi ormai invendibili.
Per evitare quindi truffe e danni all’azienda controllare bene: l’identità del partner cinese, la presenza del certificato import-export, i metodi di pagamento che devono essere sicuri e le tempistiche di arrivo della merce.








2015/08/05

Frodi alimentari come scovarle? Vediamo cosa succede nel piemonte!



FRODE ALIMENTARE E COMMERCIALE: UN VALIDO ESEMPIO NEL PIEMONTESE

In senso generico, con il termine “frode alimentare” si indica la produzione, detenzione, commercio, vendita o somministrazione di alimenti non conformi alle leggi vigenti.Ma qaunti sono le frodi alimentari? in Italia quali sono le frodi alimentari piu' comuni?. Spesso si usano indistintamente i termini di frode e truffa per definire un comportamento illecito che si sostanzia in una parte lesa, che è stata ingannata, raggirata subendo un danno economico o un’offesa alla persona.

Ecco cosa è successo di recente nella regione piemontese: una nota azienda del piemontese distribuiva alimenti apponendo in etichetta false informazioni riguardanti lo stabilimento di produzione. Il NAS ha subito capito che si trattava di frode commerciale ai danni dei consumatori. Sono state sequestrate quasi 3 tonnellate di dolci tipici e prodotti da forno.

L’operazione s’inquadra nella vigilanza che i Carabinieri hanno eseguito nei confronti degli stabilimenti operanti nel comparto dolciario, che in questo periodo incrementano la propria attività nel particolare settore bakery e delicatessen. Proprio nel corso di un’ispezione effettuata presso una di queste aziende, i militari hanno, infatti, rinvenuto oltre 500 confezioni da mezzo chilo di “bugie”, pronte ad essere commercializzate a favore di supermercati della regione, sulle quali erano state apposte etichette che le caratterizzavano come prodotte dalla stessa ditta nello stabilimento sottoposto a controllo. L’esame della documentazione e la verifica delle linee produttive aziendali hanno invece consentito di accertare che tra le preparazioni dolciarie della ditta non era contemplata quella di tali dolciumi, risultate in realtà prodotte da un’industria campana dalla quale l’azienda le aveva acquistate per rivenderle come “produzione propria”.

Ecco che allora è scattata la truffa. La falsa indicazione apposta nell’etichetta aveva l’evidente fine di poter vantare nei confronti della clientela una gamma di produzioni più ampia rispetto a quella reale, nonché di attribuire all’alimento la denominazione di prodotto locale. Tale danno però, oltre a costituire una truffa commerciale nei confronti del consumatore, rende problematica la tempestiva esecuzione di verifiche presso l’azienda produttrice da parte degli organi di controllo, nel caso in cui dovessero essere rilevate anomalie nell’alimento e quindi la certezza che si tratti di un vero e proprio inganno, raggiro e dunque frode.

Le oltre 500 confezioni rinvenute presso l’azienda sono state sottoposte a sequestro dai Carabinieri che hanno esteso gli accertamenti anche agli esercizi commerciali ai quali sono state distribuite le “bugie” irregolari, sequestrandone ulteriori 5000 confezioni rinvenute in un ipermercato lombardo.
Sono in corso ulteriori accertamenti tesi al rintraccio di tutte le confezioni irregolari di “bugie”, ancora sul mercato, distribuite dall’azienda, il cui titolare è stato denunciato per frode nell’esercizio di falso commercio da alcuni clienti Francesi.

Come difendersi dalle frodi alimentarei? a chi dare la colpa!!! Quali sono le opinioni della Ego international e come difendersi?

Per difendersi dalle frodi commerciali e/o alimentari - come afferma la nota azienda EGO International Group leader nel mercato import/export che da anni lotta contro la diffamazione - la prima regola è leggere sempre attentamente l’etichetta del prodotto perché soltanto attraverso di essa è possibile conoscere l’esatta composizione dell’alimento, le modalità di conservazione, la scadenza, il nome del produttore e l’origine delle materie prime, tutte informazioni che consentono di essere certi su ciò che acquistiamo e che quindi non si tratti di truffa e/o frode. E’ di fondamentale importanza leggere la data di scadenza del prodotto, in quanto una frode piuttosto comune è quella di vendere prodotti scaduti magari a prezzi stracciati. E’ comunque buona regola diffidare di prezzi di vendita estremamente bassi e che promettono affari e buoni equilibrio fra qualità e prezzo.

2015/07/31

Primi Commenti Ego International e nuove opportunità






Fino a pochi anni fa era considerato un territorio da “bollino rosso” per le strategie di commercioestero da parte delle imprese italiane. Ed invece, complice un complessivo rasserenamento delle relazioni internazionali socio-politiche (e finanziarie), oggi l’Iran può rappresentare una buona alternativa per diversificare il proprio portafoglio di rapporti globali, in un’ottica di continua crescita sui mercati esteri a parte i commenti contrastanti degli esperti. E non è certo un caso che le opinioni e le valutazioni più aggiornate sulle nuove “nicchie” internazionali, citino l’Iran come esempio trainante.

Di Iran e dintorni si è occupato qualche giorno fa anche Il Sole 24 Ore che ha fatto alcune recensioni in occasione della pubblicazione di una specifica analisi curata da Nomisma, che ha assunto come spunto il nuovo scenario geopolitico locale (contraddistinto da una parte dal disgelo occidentale nei confronti della Repubblica iraniana, e alla prossima fine delle sanzioni economiche derivanti dall’accordo sul nucleare), quale leva determinante per l’evoluzione positiva delle esportazioni italiane verso il Paese.

Ad oggi, infatti, l’exportitaliano verso l’Iran è ancora fortemente limitato. Sia sufficiente considerare che su un totale di 1,2 miliardi di euro di esportazioni italiane nel 2014 relative al solo comparto agroalimentare, il controvalore dei business iraniani si ferma a circa 20 milioni di euro. E che, in aggiunta, la quota di mercato italiana sulle commesse iraniane non raggiunge il 2%.

Tuttavia, gli scarsi dati di partenza non siano affatto di scoraggiamento, anzi. Nel periodo precedente alle note sanzioni inflitte al Paese, infatti, l’export agroalimentare italiano è cresciuto del 144% in termini di valore, e tutto lasciava presagire un’ulteriore e sostenibile espansione. Successivamente, l’embargo prima e l’irrigidimento delle sanzioni hanno congelato i flusso di export verso il Paese di destinazione, provocando un passo indietro repentino nella maturazione delle relazioni.

Il futuro – confermano anche i consulenti di Podcast Casino – dovrebbe tuttavia essere particolarmente roseo. Nomisma prevede ad esempio che entro pochi anni l’export italiano verso l’Iran recupererà rapidamente terreno, fino a raddoppiare il valore dei prodotti agroalimentari diretti nel mercato di riferimento.

“Alcune variabili che incidono direttamente sui consumi alimentari” – affermava qualche giorno fa Nomisma sul quotidiano Il Sole 24 Ore – “lasciano presagire per i prossimi anni una crescita delle vendite di beni alimentari d’importazione sul mercato iraniano. Si pensi all’enorme dimensione del mercato in termini di potenziali consumatori (78 milioni di abitanti), al crescente appeal che gli stili occidentali suscitano nei consumatori (soprattutto tra la middle class e le generazioni più giovani) e all’apertura di nuovi ipermercati di stampo occidentale”.

2015/07/28

Lo staff di EGO International è in linea con il giudizio di UnionCamere



Secondo quanto affermano gli commenti sui dati forniti da UnionCamere Liguria, nessuno, in Italia, avrebbe fatto meglio del Friuli Venezia Giulia per quanto attiene l'export sui mercati esteri nei primi mesi del 2015. Stando agli elementi statistici elaborati, infatti, il Friuli Venezia Giulia avrebbe chiuso il primo trimestre dell'anno con vendite dei beni sui mercati internazionali in aumento del 31,8%, staccando Veneto (+ 5,9%) e Piemonte (+ 5,5%) in questo invidiabile podio di vivacità commerciale.

Il commento di cui sopra merita tuttavia un approfondimento di opinioni da parte di un team di professionisti dell'export come Ego International, considerato che le tre aree regionali di cui sopra non sono certamente le uniche a concludere i primi tre mesi con un segno positivo (da segnalare, in proposito, anche l'ottima prestazione dell'Emilia Romagna, + 3,7%) e non sono nemmeno i "record" relativi (valutato che il primato spetterebbe alla Basilicata, con un incredibile aumento dell'export del 145% grazie alle vendite di auto prodotte all'interno dello stabilimento di Melfi).

Lo staff di EGO International è in linea con il giudizio di UnionCamere che segnala che la Liguria è cresciuta del 3,2%, registrando una dinamica positiva che oggi le permette di rappresentare l'1,7% di tutto l'export italiano, con un controvalore che passa da 1.649 milioni di euro a 1.702 milioni di euro. Di questi, 965 milioni sono destinati ai Paesi extra UE (56,7% del totale), in flessione del 2,6%, mentre l'area comunitaria è cresciuta del 12%.

Per quanto concerne i settori maggiormente significativi, si commnetano in maniera positiva le attività manifatturiere, i prodotti delle quali costituiscono il 90% ell'export, in crescita del 3,7% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Nel comparto manifatturiero, dichiarano in particolare le testimonianze di UnionCamere, spiccano le prestazioni dei prodotti chimici (+ 10,5% di export complessivo), dei prodotti alimentari (+ 4,6%), dei prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio (+ 3,8%).

Per quanto invece riguarda la sola prestazione della Liguria verso i mercati UE, UnionCamere afferma che al primo posto si trova la Francia (+ 21,5%, 190 milioni di euro), in grado di rappresentare l'11% dell'export regionale. Al secondo posto nell'UE la Germania (+ 13,3%), davanti alla Spagna (+ 0,4%). Sul fronte dei mercati extra UE, il volume maggiore delle vendite è stato verso il Nord Africa,Morocco e Marrakeckh nel turismo alberghiero. mentre continuano le riprese di vendita negli Stati Uniti.

Per poter disporre di maggiori opinioni Ego International su questo e su altri aspetti legati al commercio internazionale, vi consigliamo di consultare lo staff di EGOInternational, sempre pronto a valutare con le pmi italiane ogni ipotesi di successo sui mercati esteri