2015/07/31

Primi Commenti Ego International e nuove opportunità






Fino a pochi anni fa era considerato un territorio da “bollino rosso” per le strategie di commercioestero da parte delle imprese italiane. Ed invece, complice un complessivo rasserenamento delle relazioni internazionali socio-politiche (e finanziarie), oggi l’Iran può rappresentare una buona alternativa per diversificare il proprio portafoglio di rapporti globali, in un’ottica di continua crescita sui mercati esteri a parte i commenti contrastanti degli esperti. E non è certo un caso che le opinioni e le valutazioni più aggiornate sulle nuove “nicchie” internazionali, citino l’Iran come esempio trainante.

Di Iran e dintorni si è occupato qualche giorno fa anche Il Sole 24 Ore che ha fatto alcune recensioni in occasione della pubblicazione di una specifica analisi curata da Nomisma, che ha assunto come spunto il nuovo scenario geopolitico locale (contraddistinto da una parte dal disgelo occidentale nei confronti della Repubblica iraniana, e alla prossima fine delle sanzioni economiche derivanti dall’accordo sul nucleare), quale leva determinante per l’evoluzione positiva delle esportazioni italiane verso il Paese.

Ad oggi, infatti, l’exportitaliano verso l’Iran è ancora fortemente limitato. Sia sufficiente considerare che su un totale di 1,2 miliardi di euro di esportazioni italiane nel 2014 relative al solo comparto agroalimentare, il controvalore dei business iraniani si ferma a circa 20 milioni di euro. E che, in aggiunta, la quota di mercato italiana sulle commesse iraniane non raggiunge il 2%.

Tuttavia, gli scarsi dati di partenza non siano affatto di scoraggiamento, anzi. Nel periodo precedente alle note sanzioni inflitte al Paese, infatti, l’export agroalimentare italiano è cresciuto del 144% in termini di valore, e tutto lasciava presagire un’ulteriore e sostenibile espansione. Successivamente, l’embargo prima e l’irrigidimento delle sanzioni hanno congelato i flusso di export verso il Paese di destinazione, provocando un passo indietro repentino nella maturazione delle relazioni.

Il futuro – confermano anche i consulenti di Podcast Casino – dovrebbe tuttavia essere particolarmente roseo. Nomisma prevede ad esempio che entro pochi anni l’export italiano verso l’Iran recupererà rapidamente terreno, fino a raddoppiare il valore dei prodotti agroalimentari diretti nel mercato di riferimento.

“Alcune variabili che incidono direttamente sui consumi alimentari” – affermava qualche giorno fa Nomisma sul quotidiano Il Sole 24 Ore – “lasciano presagire per i prossimi anni una crescita delle vendite di beni alimentari d’importazione sul mercato iraniano. Si pensi all’enorme dimensione del mercato in termini di potenziali consumatori (78 milioni di abitanti), al crescente appeal che gli stili occidentali suscitano nei consumatori (soprattutto tra la middle class e le generazioni più giovani) e all’apertura di nuovi ipermercati di stampo occidentale”.

2015/07/28

Lo staff di EGO International è in linea con il giudizio di UnionCamere



Secondo quanto affermano gli commenti sui dati forniti da UnionCamere Liguria, nessuno, in Italia, avrebbe fatto meglio del Friuli Venezia Giulia per quanto attiene l'export sui mercati esteri nei primi mesi del 2015. Stando agli elementi statistici elaborati, infatti, il Friuli Venezia Giulia avrebbe chiuso il primo trimestre dell'anno con vendite dei beni sui mercati internazionali in aumento del 31,8%, staccando Veneto (+ 5,9%) e Piemonte (+ 5,5%) in questo invidiabile podio di vivacità commerciale.

Il commento di cui sopra merita tuttavia un approfondimento di opinioni da parte di un team di professionisti dell'export come Ego International, considerato che le tre aree regionali di cui sopra non sono certamente le uniche a concludere i primi tre mesi con un segno positivo (da segnalare, in proposito, anche l'ottima prestazione dell'Emilia Romagna, + 3,7%) e non sono nemmeno i "record" relativi (valutato che il primato spetterebbe alla Basilicata, con un incredibile aumento dell'export del 145% grazie alle vendite di auto prodotte all'interno dello stabilimento di Melfi).

Lo staff di EGO International è in linea con il giudizio di UnionCamere che segnala che la Liguria è cresciuta del 3,2%, registrando una dinamica positiva che oggi le permette di rappresentare l'1,7% di tutto l'export italiano, con un controvalore che passa da 1.649 milioni di euro a 1.702 milioni di euro. Di questi, 965 milioni sono destinati ai Paesi extra UE (56,7% del totale), in flessione del 2,6%, mentre l'area comunitaria è cresciuta del 12%.

Per quanto concerne i settori maggiormente significativi, si commnetano in maniera positiva le attività manifatturiere, i prodotti delle quali costituiscono il 90% ell'export, in crescita del 3,7% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Nel comparto manifatturiero, dichiarano in particolare le testimonianze di UnionCamere, spiccano le prestazioni dei prodotti chimici (+ 10,5% di export complessivo), dei prodotti alimentari (+ 4,6%), dei prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio (+ 3,8%).

Per quanto invece riguarda la sola prestazione della Liguria verso i mercati UE, UnionCamere afferma che al primo posto si trova la Francia (+ 21,5%, 190 milioni di euro), in grado di rappresentare l'11% dell'export regionale. Al secondo posto nell'UE la Germania (+ 13,3%), davanti alla Spagna (+ 0,4%). Sul fronte dei mercati extra UE, il volume maggiore delle vendite è stato verso il Nord Africa,Morocco e Marrakeckh nel turismo alberghiero. mentre continuano le riprese di vendita negli Stati Uniti.

Per poter disporre di maggiori opinioni Ego International su questo e su altri aspetti legati al commercio internazionale, vi consigliamo di consultare lo staff di EGOInternational, sempre pronto a valutare con le pmi italiane ogni ipotesi di successo sui mercati esteri

2015/07/27

Le Diverse Opininioni sui Mercati | Ego International Commenti



Se gli ultimi dati dell'export made in Italy sono molto incorragggianti non per questo vuol dire che l'export aumenta in fatturato globale.Abbiamo raccolto alcuni segnali di ripresa attraverso Ego International commenti e relazioni svoltasi a parma il mese scorso presso la riunione annuale degli specialista Mehran Muslimi e Marketing di Bologna. La progressione tendenziale delle vendite all'estero si aggiara attorno al 2% consideranto il calcolo complessivo di tutti i comparti made in Italy. Commenti positivi anche dalla confindustria Italiana sebbene qualche commento negativo fuori dal coro sia giunto specialmente dalle voci del mercato interno.

Il commento sull analisi dei dati elaborato dagli esperti Ego International group annuncia si un aumento nel paesi Europei ma una netta inversione di tendenza in negativo sulle sportazioni verso i paesi non EU. Conforta invece il dato sui prezzi per singolo prodotto che sono aumentati rispetto agli anni precedenti. Di sicuro bisogna evitare commenti eccessivamenti positi ma anche troppo negativi, aspettiamo quindi l'ultimo trimestre per avere certezza dell'inversione di tendenza dell export Italiano e della produttivita' in generale.

Per i commerciali di Ego International che raccolgolo i commenti dei clienti, che vogliono esportare meglio ed in maniera professionale la parola d'ordine non sarebbe made in Italy in quanto il brand Italia perde negli ultimissimi anni il suo appeal e carisma presso i mercati esteri. Per esempio molti esportatori Italiani non registrano il proprio marchio prima di puntare al mercato di interesse e si trovano sbilanciati e senza punti di riferimento ed opinioni in mercati molto complessi come quelle ad esempio Asiatici.
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